Sep 15, 2020
Come da manuale, questo post doveva essere scritto di notte.
Sono passati 4 anni, avrei voluto scrivere tante cose su questo blog, è radicalmente cambiata la mia vita in questo periodo e i racconti potrebbero essere infiniti.
Mai però avrei pensato di tornare a scrivere per un motivo del genere, in un anno di cambiamento per tutti, con una pandemia che ha colpito e sta ancora colpendo gli esseri umani nel profondo.
La gente pensa che internet e la vita là fuori siano posti completamente slegati, diversi, posti da trattare con pesi e misure differenti. Invece io qua, tramite questa grande rete mondiale, ho avuto la fortuna di conoscere tantissime persone stupende che mi resteranno sempre e per sempre nel cuore. Alcune di queste le sento ancora tutti i giorni, altre meno ma è un po' come fossimo sempre vicini, basta un messaggio.
Tu però te ne sei andata, così all'improvviso per me. Non me lo aspettavo, pensavo ci saresti stata per sempre, pensavo che avrei potuto scriverti nel cuore della notte per parlarti dei fatti miei o a sentire i tuoi continui disagi (ahah) praticamente per sempre.
Invece no, non ci siamo neanche salutati, non mi hai neanche detto a cosa saresti andata in contro. È vero, non ci sentivamo da tanto, ma tu eri la mia amica del cuore di internet, la mia amica della notte.
Pensare che non ci sarai mai più dietro quella tastiera mi rattrista ma sappi che resterai per sempre nei miei ricordi, perché sei stata una delle più belle persone che abbia avuto la fortuna di incontrare.
Oh, resti comunque una stronza per non avermi manco mandato un messaggio, però sei sempre stata così e per questo avrai per sempre un pezzettino del mio cuore <3
Le notti saranno un po' più vuote senza gli occhi più belli di FriendFeed.
Ciao Sveva,
Il tuo amico della notte Zidagar (sì, quello che ti sopportava in tutti i tuoi deliri notturni)
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Apr 25, 2016
Una delle cose più belle da fare la notte, quando si è soli, è mettersi
comodi e guardare un film.
Spesso però va a finire che un solo film non basta, la sete di arte
altrui è troppa e bisogna riempire di nuovo il bicchiere... e così parte
anche il secondo film.
Può sembrare strano pensare a uno, sotto le coperte, con le sue cuffie a
cavo che percorre mezza stanza, che guarda film fino alle 4 del mattino
per il solo gusto di stare bene. Ma non è il luogo, non è
l'abbigliamento o i mezzi utilizzati che fanno la serata interessante. È
tutto l'insieme, ben amalgamato, che fa passare le ore come fossero
minuti.
Qui si fa interessante, perché sorge spontaneo chiedersi -ma che film
guardi?- e la risposta non è scontata, anzi è tutt'altro che banale. Va
dal momento, va dal tempo, dall'umore. In genere, nel mio caso, ricado
sempre su horror, thriller o splatter.
La cosa buffa è che ci sono tantissimi film, ne escono a decine tutti
gli anni ma la qualità non è sempre ottima. Spesso molti B-movie sono
molto meglio degli AAA tanto acclamati con super effetti speciali. Un
po' come nella musica, nei videogiochi e anche nei film, sta iniziano a
perdersi un po' quell'arte, quell'amore che dovrebbe essere
onnipresente.
Purtroppo, se si rincorrono solo gli incassi va a finire che si perde
l'obbiettivo ovvero fare. Sì perché non è mica banale fare; cosa
vorrà mai dire? Vuol dire che le cose non vanno fatte tanto per essere
fatte, vanno fatte perché volevi rendere partecipe il mondo di quello
che senti dentro, condividere con il mondo la tua idea, la tua folle e
geniale storia, il tuo quadro, il tuo pazzo videogioco, quel giro di
basso che fa rizzare i peli.
Per fortuna ci sono ancora artisti, geni, pazzi che riescono a tirare
fuori quello che hanno dentro e a trasmetterlo al mondo. Non servono per
forza mille effetti speciali o un cast da paura, spesso con molto meno
si può già fare tanto.
Se poi però unisci i soldi a grandi attori, ottime idee e bravura nel
cucire tutto... beh, l'orgasmo artistico è bello che servito.
Questo è quello che mi succede ogni volta che Tarantino tira fuori
qualcosa; io lo immagino la notte che si guarda B-movie nella "sua
cameretta dei film" e poi tutto d'un tratto si fa strada un'idea nella
sua testa, scivola tra la poltiglia del cervello, sguazza e si diverte
finché viene fuori. Da li nasce tutto. Me lo voglio immaginare così.
Quando ti metti davanti lo schermo diventa una droga, non puoi farne a
meno, non puoi staccarti. Anche se il film durasse 6 ore tu resteresti
li a sentire infiniti e surreali dialoghi, inquadrature alla spaghetti
western, il sangue che schizza come se fosse acqua spruzzata da
irrigatori.
Insomma, la notte passa veloce così.
Ed è qui che poi uno riflette, immagina come si possa creare tanta
armonia, un'opera quasi perfetta, minuziosa.
Forse è proprio questo che accomuna i grandi uomini, forse è proprio il
dettaglio che li lega. La continua ricerca della perfezione.
Tarantino la mette nei suoi film, cercando la perfetta inquadratura, i
riferimenti con i film da lui più amati, le ambientazioni, i cambi scena
"da bagno".
Steve Jobs lo faceva alla Apple ricercando in modo maniacale la
perfezione delle loro macchine. Dovevano essere belle, con linee
semplici, un software pulito e un hardware bello da vedere anche dentro
al limite dell'assurdo. Eppure quando smonti un prodotto Apple per
guardarci dentro, nulla è al caso, persino i colori dei componenti, la
cura e l'armonia con cui sono disposti.
E vogliamo parlare del pazzo di Torvalds che vuole la perfezione
assoluta nel suo kernel Linux? Si, al punto di "sgridare" Intel e fare
il dito medio a nVidia.
Ma vogliamo parlare invece di come Michelangelo riusciva a tirare
fuori dalla roccia sculture dalla perfezione così esagerata che non ci
sono parole per descriverle una volta travati dinanzi.
Forse è tutto molto semplice, forse è semplicemente l'amore che si ha
per le cose che si fanno che fa uscire fuori il meglio di noi esseri
umani. Forse dovremmo cercare di essere noi stessi e ascoltare quello
che abbiamo dentro, tirarlo fuori e condividerlo con il mondo. Ma non
per avere qualcosa in cambio... anche se poi, se abbiamo qualcuno che ci
ascolta, abbiamo già ricevuto tanto in cambio.
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